Una storia inventata dai bambini...
Tanto
tempo fa, nell’ oscurità delle grotte e delle caverne, sotto le
montagne, viveva felice il popolo degli gnomi. Gli gnomi più robusti
amavano scavare tunnel e gallerie, con l’aiuto delle loro amiche
talpe, e mentre scavavano erano ben felici di trovare brillanti
pietre preziose e argento luccicante, con cui fabbricavano
collane,orecchini ma anche oggetti per la vita di tutti i giorni,
abiti, mobili e vestiti.
Gli altri
gnomi e le gnome mamme, invece preferivano raccogliere radici di
liquirizia, con cui cucinavano meravigliose torte, pasticcini,
caramelle e dolcetti, di cui tutti erano ghiotti.
Cappuccetto Nero era una piccola gnoma di cinque anni: veniva chiamata così perché aveva i capelli a caschetto lucidi e neri come le ali del corvo, e gli occhi, le ciglia e le sopracciglia neri come il carbone.
Il suo migliore amico e compagno di giochi era il pipistrello Titì,che la accompagnava in tutte le sue avventure e la aiutava nei momenti di bisogno.
Spesso andavano insieme a trovare la
nonna, percorrendo una lunghissima galleria tutta piena di curve, di
salite e di discese…quando finalmente arrivavano, la nonna
raccontava una delle sue bellissime storie dei bei tempi andati,
mentre gustavano insieme un dolcetto e una bibita alla liquirizia.
“Pensa che una volta noi gnomi,
quando fuori era notte, - di giorno non è proprio possibile, il sole
è troppo forte, ci brucia gli occhi- uscivamo all’aperto,
correvamo nei boschi e nei prati e, soprattutto potevamo vedere nel
cielo la cosa più bella del mondo, più lucente di tutti i nostri
tesori messi insieme…LE STELLE…e spesso si poteva vedere anche
un’ altra meraviglia brillare nel cielo scuro… LA LUNA… Ah,
come mi piacerebbe rivederle ancora, ma non si può più…fuori c’
è un lupo cattivo e se noi gnomi usciamo fuori anche per un
minutino, lui ci mangia in un boccone!” Cappuccetto Nero continuava
a pensarci su e a chiedere a tutti: “Ma è proprio vera questa
storia? Ma come sono le stelle? E la luna ?” E il lupo? A questa
storia del lupo non ci credeva molto, così decise di provare a
uscire all’aperto di notte alla prima occasione.
Pochi giorni dopo, il pipistrello Titì le portò una letterina della nonna, scritta naturalmente in lingua gnomica, che diceva: “Caro Cappuccetto, per favore mi vieni a trovare? Avrei bisogno urgente di un po’ di filo d’ argento,di un flacone di inchiostro e di qualche dolcetto alla liquirizia.
E non dimenticare di portarmi anche una
penna nuova di corvo, perché questa è vecchia e spelacchiata e non
scrive più bene! Ti voglio bene, la tua nonna.” Ecco l’
occasione giusta! Cappuccetto prima preparò il suo sacchetto nero
con tutto l’ occorrente poi convinse il pipistrello Titì ad
accompagnarla, anche se lui non era per niente convinto e aveva una
fifa…blu…del lupo cattivo! Dopo aver salutato tutti, la gnometta
si diresse verso l’ uscita della caverna e, pian pianino si sporse
fuori per vedere il cielo… ancora un passetto…ancora un altro…ed
ecco…
Erano fuori! E nel cielo li aspettava il più bello degli spettacoli, il luccichio di milioni di brillantissime stelle che facevano l’ occhiolino alla luna, ancora più splendente…
”Aveva ragione la nonna questa è la
meraviglia delle meraviglie…adesso attraverso questo prato di
corsa, così arrivo dalla nonna per la strada più corta e le
racconto tutto! Però prima, Titì, fai un volo qui intorno e
controlla che non ci siano brutte sorprese!”.
Titì obbedì prontamente, ma dopo pochi minuti tornò trafelato,tutto bianco dalla paura, dicendo : “L’ ho visto, è lì dietro quel grande albero, ci sta aspettando! Però ho una bella idea, tu aspettami qui che torno subito!” Detto, fatto!
Eccolo di ritorno con centinaia di
altri pipistrelli pronti ad aiutare la loro amica! “Eccoci,
Cappuccetto adesso fai una bella corsa verso quel pozzo in mezzo al
prato, che al resto ci pensiamo noi!” Cappuccetto prese un bel
respiro e si lanciò verso il pozzo … subito il lupone uscì fuori
dal suo nascondiglio e cercò di acchiapparla ma…ecco che Titì e
tutti i suoi amici gli volarono addosso, spingendolo, confondendolo e
facendolo infine cadere nel pozzo.
La nostra gnometta avrebbe potuto filar
via indisturbata, ma era una bimba di buon cuore e, sentendo il lupo
piangere in fondo al pozzo,gli rivolse la parola: “Ehi tu,
lupaccio, adesso resti lì per sempre, così impari a mangiare noi
gnomi!”
“Ma cosa potevo fare? Io non so
cucinare e non avevo niente da mangiare” rispose il lupo, sempre
piangendo… “E perché non ce lo hai chiesto con gentilezza?
Guarda, ho un’ idea…assaggia questo dolcetto!” …e tirò nel
pozzo un pasticcino di liquirizia. Il lupo se lo pappò in un
baleno…ancora, ancora!
Uno alla volta Cappuccetto Nero lanciò nel
pozzo tutti i dolcetti che avrebbe dovuto portare alla nonna, mentre
il lupo scodinzolava tutto contento e si riempiva la pancia. “Ho
un’altra idea, anche migliore della prima! Facciamo un patto: d’
ora in poi tu non disturberai più gli gnomi, quando escono a
guardare le stelle,e in cambio loro ti daranno tutti i dolci che
vorrai, così non soffrirai più la fame”. La bimba lanciò nel
pozzo un capo del resistente filo d’ argento che aveva nel
sacchetto, così il lupo potè arrampicarsi e fu liberato. Il lupo,
riconoscente porse la zampa alla bimba e promise eterna amicizia
verso tutto il popolo degli gnomi.
Qualche tempo dopo Cappuccetto Nero, sentendo ululare senza
pace, andò a cercare il lupo e gli chiese cosa avesse. “ Povero
me, ho tanto male ai denti, aiutami ti prego!” La bimba, dopo
essersi consigliata con la mamma, lo portò dal dentista, il famoso
dottor Merlo, che curava tutti gli abitanti del bosco.
Il dottore guardò nella bocca del lupo
e poi lo sgridò ben bene: “Ma non lo sai che dopo aver mangiato i
dolci bisogna lavarsi i denti? Adesso te li pulisco per bene, ma
d’ora in poi non dimenticarti di lavarteli sempre con questo
spazzolino!”. Il lupone annuì e da quel momento usò sempre lo
spazzolino col dentifricio alla liquirizia e non soffrì più per il
male ai denti…
E ora finalmente la storia può finire…
E vissero tutti felici e contenti….
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